CHIEDI A HUEY SE NON SAI COME SI FA
Pubblichiamo questo contributo proveniente da un collaboratore che si firma Quantum/A. E’ un approfondimento su un aspetto meno noto e meno appariscente delle Pantere Nere, ovvero le cliniche autonome dedicate alla salute della popolazione. Cura, comunità, autorganizzazione: sono le questioni su cui tutti in questo momento ci troviamo a dover riflettere.
Anno 2020, una polmonite virale segna il solco della storia portando alla luce le contraddizioni del sistema capitalista. Per quanto si mostrino diverse in ogni paese, resta una verità comune: Il virus uccide, certo, ma le morti in larga parte sono dovute alla disorganizzazione del sistema sanitario e a scelte basate su un criterio di profitto.
Questo articolo vuole essere un contributo all’analisi del ruolo delle rivoluzionarie e dei rivoluzionari durante una crisi come quella del Covid-19. Nella fattispecie racconta i fatti relativi alla Sanità Comunitaria organizzata dal Partito delle Pantere Nere negli Stati Uniti degli anni ’60, quando il Partito delle Pantere Nere (d’ora in avanti il Partito oppure Le Pantere) sopperiva all’assenza dello Stato nelle periferie e nei quartieri più poveri.
I poveri del Capitalismo non godono del privilegio di vivere una vita sana. Se poi si ammalano, spesso non hanno nemmeno la possibilità di accedere alle cure.
Lo Stato non si muove in aiuto di nessuno se non per proteggere se stesso, il governo, e i gruppi industriali.
Questo articolo parla di un aspetto meno conosciuto della lotta delle Pantere Nere, ma di grande importanza per una situazione quale quella che viviamo in questo momento, e che molti altri popoli e poveri hanno conosciuto in passato: la mancanza di strutture efficaci che mantengano una salute pubblica. Un coltello piantato nel cuore degli sfruttati.
Quando pensiamo alle Pantere, la prima cosa che ci viene in mente sono le formazioni paramilitari a difesa delle comunità nere contro la violenza della polizia.
Berretti neri, giubbotti di pelle e fucile alla mano. Disciplina militante con un tocco di musica soul.
La loro analisi della condizione dei neri non si fermava alla denuncia della violenza della repressione, analizzava altresì, partendo da una solida base marxista, tutte quelle forme di violenza indiretta, fatta di condizioni abitative deplorevoli, mancanza di sostegni sociali, educativi, ed un adeguato accesso alla sanità, pubblica o privata che fosse.
Il Partito si mise quindi in prima fila, questa volta non con le armi ma con dei protocolli – altrettanto validi quanto un fucile – di organizzazione, prevenzione e cura delle comunità.
Lo fece associandosi ad altri movimenti non prettamente neri, e non solo marxisti, movimenti internazionali per i diritti civili e per la liberazione delle donne.
Il diritto all’autodifesa era l’espressione del diritto all’esistenza delle comunità. Il Partito decise che il passo seguente era il diritto alla vita in salute.

Chi conosce gli scritti del curdo Ocalan, sa che egli ci spiega questo concetto con la “teoria della rosa”: similmente ad una rosa, ogni comunità ed ogni essere vivente ha bisogno di nutrimento (risorse e lavoro), di difesa (le spine, le Ypg, le armi delle Pantere), ed un ambiente sano dove svilupparsi (ecologia della vita e dell’ambiente).
Fucili e camici bianchi non erano in contrapposizione. Diventavano parte della stessa prevenzione: per le comunità nere (e per i poveri di ogni colore) il diritto alla salute era il diritto all’ esistenza, che lo Stato non solo non garantiva ma spesso comprometteva con la brutale repressione poliziesca da una parte e il mancato accesso alle cure dall’altra.
Il Partito aprì almeno 13 cliniche che operavano nella cornice più generale dei movimenti per i diritti civili, ed erano basate su un´organizzazione comunitaria e dal basso. Queste cliniche dovevano servire le comunità e quindi furono organizzate dalle comunità stesse, con l’unico obiettivo di garantire una vita degna ed in salute.
Iniziarono col fornire servizi ai neri, per poi sviluppare un concetto più ampio di aiuto ai poveri di qualsiasi origine e di qualsiasi colore di pelle.
Nel 1970 nacquero le cliniche di base nei ghetti neri, nel 1972 vennero ampliate a tutta la popolazione povera senza distinzione di colore. Sebbene il loro primo manifesto non menzionasse la salute pubblica, né gli oppressi di altre nazionalità, dopo tre anni i loro dieci punti programmatici comprendevano al sesto posto quanto segue:
“VOGLIAMO CLINICHE PER LA SALUTE COMPLETAMENTE GRATIS
PER I NERI E PER TUTTI GLI OPPRESSI.
Noi crediamo che il governo deve provvedere, gratuitamente, per il popolo, a cliniche di sanità pubblica che non solo curino le nostre malattie, molte delle quali sono causate dall’oppressione stessa, ma che sviluppino programmi di sanità pubblica, che ci garantiscano la sopravvivenza futura.”
Mary T.Bassett, l’autrice di una delle pubblicazioni utilizzate in questo articolo ha partecipato come medico volontaria, durante gli anni del college, alla Libera Clinica Popolare “Franklin Lynch” del Partito delle Pantere, a Roxbury, Massachusetts.
Erano gli anni ’70, e la clinica prendeva il nome di un giovane nero ucciso dalla polizia. Gli spararono durante un ricovero in ospedale, morì nello stesso luogo dove era andato a cercare una cura.
La clinica “Franklin Lynch” era mobile e fu posizionata in una zona dove era in cantiere la costruzione di una superstrada. Lavori non ad interesse della comunità che ne sarebbe stata fortemente compromessa. Un luogo di vita sarebbe diventato un luogo di passaggio di macchine e merci. I lavori vennero bloccati e, alla faccia dell’intersezionalità odierna, in quel luogo, dentro a dei container, vi si potevano trovare diverse lotte contemporaneamente: contro la repressione, per la sanità gratuita e contro le devastazioni ambientali, il tutto organizzato e supervisionato da un medico donna.

La giovane studentessa di medicina come primo impegno doveva organizzare il lavoro degli altri medici volontari, che poi scoprì essere tutti professionisti di alto livello, i migliori delle migliori scuole di medicina del circondario di Boston.Il secondo lavoro di Mary T.Bassett fu quello di partecipare allo screening della popolazione nera contro l´anemia falciforme.
Scovare questa malattia, e procedere quindi con le tempestive cure, era molto semplice: bastava un test su una goccia di sangue presa dal polpastrello. A causa dello scarso ritorno economico di questo test esso era di poco interesse delle case farmaceutiche – e quindi dello stato americano.
Il Partito delle Pantere Nere sopperì a questa mancanza e fece partire un programma nazionale di screening casa per casa.
La malattia era endemica nei neri e in generale nelle comunità più povere. Come già detto, il test non generava incassi alle case farmaceutiche e i pazienti affetti non avrebbero comunque potuto pagarsi le cure. Quest’esempio è la base dell’azione politica delle Pantere nell’ambito della salute: non prevenire queste patologie equivaleva ad un proiettile della polizia sparato direttamente al cuore della comunità. Di conseguenza bisognava – necessariamente – organizzarsi e difendersi.
La dottoressa Bassett organizzò quindi in gruppi degli studenti di medicina per andare presso le case popolari, lasciare dei volantini durante la settimana e il sabato ritornare a prelevare i campioni. I pazienti positivi venivano poi reindirizzati alle cliniche gratuite della zona per le terapie.
Questo screening totalmente autofinanziato ed autorganizzato – senza nessuna istituzione statale – fu un esempio e una lezione di sanità pubblica comunitaria e, come dice l´autrice non era un semplice servizio, ma uno strumento programmatico – un protocollo – rivoluzionario. Quantomeno, rivoluzionava un sistema che non riusciva a prendersi cura degli ultimi, e nel farlo scardinava dei pilastri della sanità intesa solo come profitto.

Un soggetto rivoluzionario in salute è un soggetto che può vincere, ed è per questo che il benessere delle classi povere, oltre che non essere di interesse economico, è un pericolo per lo stato.
L´infame servizio segreto statunitense Cointelpro provocò quindi l’arresto di dozzine di attivisti con il berretto nero. Questa volta non era per le loro azioni armate, o meglio, con la scusa delle armi l’obiettivo fu reprimere la loro attività rivoluzionaria di sostegno ed organizzazione delle comunità.
Mostrare la diseguaglianza sistemica dell’organizzazione statale nordamericana era un pericolo. La leadership del Partito, colpevole di puntare al livellamento delle iniquità sociali, venne arrestata, torturata ed uccisa.
Anche se l’esperienza delle Pantere ufficialmente finì nell´82 (per poi riorganizzarsi in varie forme e modalità), riuscì comunque a rendere popolari alcuni concetti fino ai giorni nostri: la giustizia sociale per i neri passa anche per la salute pubblica, di tutti e specialmente dei poveri.
Il concetto programmatico – protocollare – l’eco dell’unione della scienza con l’attivismo e degli attivisti con gli abitanti dei quartieri, e la convinzione che il senso di vita in salute della comunità è cosa degna, risuona fino ad oggi passando anche per esempi come #BlackLivesMatter: la salute è un diritto e non un privilegio.
Le condizioni delle comunità svantaggiate erano terribili ai tempi, e lo sono ancora oggi. La pandemia del 2020 ha ucciso il doppio nelle comunità nere. Tanto quanto un virus, uccide anche un sistema sanitario basato esclusivamente sul profitto, l’accesso alle strutture sanitarie nullo, l’igiene inesistente, il sovraffollamento. Un incubo epidemiologico.
Alfredo Morabia, un epidemiologo di origini svizzere, parla dell’organicità dei medici volontari con i pazienti delle Cliniche Comunitarie del Partito. L’organicità tra medico e paziente, tra struttura sanitaria e comunità, è un nuovo esempio di Sanità Comunitaria.
Nella fase di creazione delle cliniche, le Pantere presero contatti con quei medici, anche bianchi e di altre classi sociali, che avevano una visione comune alla loro: livellare le iniquità e le gerarchie tra dottori e pazienti.
L’idea del Partito delle Pantere Nere era quello di una collaborazione organica fra medico e paziente, un senso comunitario che partiva dall’offrire le colazioni alle famiglie dei lavoratori, che uscendo presto la mattina non avevano modo di occuparsi adeguatamente dei figli, e continuava con i già citati momenti di screening nazionale di malattie genetiche, protocolli poi inseriti nei manuali ancora oggi in studio nei testi di medicina.
Gli infermieri, gli studenti di medicina e gli attivisti politici collaboravano ad un solo fine: il benessere del paziente, che non era solo un paziente ma un membro della comunità. Quindi partendo dalla salute del singolo si manteneva una comunità altrettanto sana – e viceversa. Tutto veniva portato avanti in un modo organicista, non basato sul profitto, sul verticismo organizzativo ne tantomeno sull’interesse economico.

Un concetto importante promosso dal Partito fu quello dell'”operatore sanitario comunitario”. I membri della comunità che per vari motivi, volevano e potevano partecipare al lavoro nelle cliniche, venivano istruiti in modo orizzontale e senza selezione alla cura dei pazienti con dei programmi di training ed istruzione gratuita. I pazienti che si prendono cura di se stessi: un esempio di rispetto per la vita e la dignità del vivere sano.
La strategia politica del Partito non era verticistica. L’aiuto non veniva dall’alto, non era carità religiosa, o gerarchia stalinista, era la comunità che si aiutava nella sua sopravvivenza, formando i suoi membri ad agire per il bene comune e non per guadagno personale.
L´impegno nel portare avanti un sistema sanitario fuori dalle logiche del profitto non fu solo propaganda. Era un’impresa sicuramente difficile che però una volta attuata divenne un esempio di come fosse possibile costituire delle zone autonome rispetto all’organizzazione statale e al di fuori delle logiche di mercato. In North Carolina le BPP furono talmente efficienti che non dovettero nemmeno più appoggiarsi alle ambulanze commerciali, perché avevano le loro.
Un’organizzazione dal basso così efficiente costituiva una evidente minaccia per lo Stato americano, capitalista e razzista. Per questo venne duramente repressa e smantellata dai servizi segreti.
Le pratiche messe in campo dalle giovani pantere sono ancora oggi oggetto di studio, non solo nei circoli militanti, ma proprio nei testi accademici.
L´esempio da manuale di funzionamento efficiente della sanità pubblica veniva spiegato in questo semplice modo:
Quando la comunità serve se stessa, escludendo gli attori del profitto,
la risoluzione delle patologie è massimizzata, e lo stato di salute comunitario,
partendo da quello dell’individuo, è ristabilito.