DOSSIER SULLA STRAGE DEL CARCERE DI MODENA – del Comitato verità e giustizia per la strage di Sant’Anna

“Sono stata davanti al carcere da quando ci sono state le rivolte fino al venerdì di quella settimana. Eravamo in 14 e facevamo i turni. Ho visto cose che mi hanno fatto perdere il sonno per settimane. Quelli con i caschi blu sono arrivati alle 17.30, e alle 23.00 si sentivano ancora le urla da dentro il carcere, quando la rivolta era già stata sedata. Fuori c’erano la tenda bianca e la tenda verde, allestite nel piazzale di Sant’Anna. Nella tenda verde ci andava la gente che riusciva a reggersi in piedi, si sentivano preghiere in tutte le lingue e voci che urlavano “Non vogliamo morire, non abbiamo fatto niente”. Nella tenda bianca ci andavano quelli che non potevano stare in piedi e si sentiva il rumore dell’elettrocardiogramma che faceva bip bip, poi solo un lungo biiiiiiiiiiiip. Quattro cadaveri sono stati appoggiati per terra di fianco alle tende come se fossero spazzatura.”

SE LA VALLE E’ OVUNQUE

Amore, coraggio, paura, morte, calore, lotta, vicinanza, solidarietà o altre astrazioni non riuscirebbero ad evocare quello che sono stati questi anni. Meglio lasciar risuonare le immagini, le voci, gli odori, la materialità sensibile. La determinazione di un no, detto per sempre, senza ripensamenti, apre uno spiraglio.

PRIMAVERA MILANESE

La primavera rende il tutto ancora più irreale, i colori intorno sono intensi e un sole alto picchia sul parabrezza e fa sembrare tutto di plastica. Guido nel viale alberato tagliato in due dalle rotaie del tram, le gocce di sudore sulla fronte e Antonio di fianco che bestemmia contro il navigatore che si è impallato, con la vaga ma costante sensazione di essere a un crocevia, che tutto ciò che ho fatto e visto è andato per sempre e non tornerà mai più.

AUTUNNO MILANESE

La redazione del Teatro di Oklahoma è attualmente (purtroppo) saldamente radicata a Milano. Di conseguenza, partecipa attivamente degli orrori e della putrescenza che ricoprono la bella Capitale Morale. Nell’autunno appena passato, che ha accompagnato la preparazione di questo piccola rivista, sono, com’è naturale, successi tanti fatti piccoli e grandi, ed alcuni hanno catturato la nostra attenzione e sono finiti in questi quattro quadretti, che non hanno alcuna pretesa di esaustività – sarebbe bello se l’elenco delle cronache di una catastrofe si fermasse al quattro. Potrebbe essere l’inizio di una rubrica (Oklahoma – le stagioni in città?) così come uno sfogo estemporaneo di scarsa rilevanza. Ad ogni modo li lasciamo qui, sperando che possano essere di vostro interesse: