FALLITI DI TUTTO IL MONDO, RALLEGRIAMOCI! – di Paolo Ranieri

Riprendiamo questo testo scritto da Paolo Ranieri, compagno dell’esperienza comontista e della critica radicale, recentemente scomparso. In origine, era stato pubblicato sulla fanzine La melma dei giorni nel 2012. In quest’epoca fiacca e al tempo stesso ancora grondante di ideologie di potenza, una fenomenologia elogiativa delle varie forme di fallimento ci pare cosa quanto mai (in)attuale.

CIÒ CHE NON SI PUÒ AVERE (GIUSTIZIA-AMORE-VERITÀ)

“Una parola che non suoni come l’ipotetico verbo della salvezza pronunziato dal di fuori del disastro, non si ponga come ricattatorio e falso modello d’un “altrimenti” che non può darsi; ma suoni invece, compromessa, distorta, a malapena riconoscibile, dal di dentro del disastro (non dalla parte del disastro) dove tutti stiamo, ugualmente dannati, e finisca per valere come pegno — come uno dei pegni — di resistenza, d’oltranza, d’irriducibilità all’inumano.”

«”L’OPERAZIONE” SI CONCLUDE QUI»: GIORGIO CESARANO AL TERMINE DELLA LETTERATURA

“Quando Cesarano, di colpo, rinunciò a tutto questo per dedicarsi interamente prima al lavoro politico con un numero sempre più esiguo di compagni e poi a una riflessione teorica severamente e dolorosamente solitaria, era convinto, credo, di compiere l’ unico gesto rivoluzionario ormai consentito a un artista: sopprimere con la propria arte la sottomissione al «dominio reale del capitale» che in essa oggettivamente, inevitabilmente si incarna e si perpetua.”